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CHIUSA IL 15 OTT, 2022

Brain Computer Interface


Leonardo è sempre alla ricerca di nuove idee e soluzioni per innovarsi e rispondere alle necessità del settore. Questa missione la porta avanti attraverso la promozione di nuove Challenges aperte a innovatori e visionari che possono portare un reale contributo all’azienda.

Brain Computer Interface (BCI) è la nuova challenge di Leonardo indirizzata alla ricerca di soluzioni innovative nel campo dell’interfaccia neurale

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BRIEF E CHALLENGE

Brain Computer Interface

Leonardo ha deciso di proporre una Challenge rivolta alla raccolta di proposte innovative per la Brain Computer Interface. 

La Challenge andrà a identificare nuove soluzioni, in grado di elaborare il pensiero di un operatore umano e di dare avvio, su comando a distanza dell’uomo e senza usare alcun processo motorio, all’esecuzione di semplici azioni che verranno mostrate su uno schermo di un personal computer. 

Lo scopo di questa proposta non è solo quello di dimostrare le potenzialità del BCI, ma anche di confermare la sua applicabilità in particolari contesti individuandone i limiti (ad esempio il tempo di ritardo tra il pensiero di una azione e la sua interpretazione) e le principali problematiche individuate ad oggi identificate (un training particolarmente accurato dell’operatore umano).

La soluzione si dovrebbe basare sulle più recenti tecnologie sviluppate in ambito del BCI che sfruttino, a loro volta, lo stato dell’arte di funzionalità di data analysis basate sull’Intelligenza Artificiale.

Per poter partecipare alla Challenge viene richiesta una proposta di sviluppo e test di un sistema di Brain Computer Interface che in 12 mesi possa essere validato in laboratorio con TRL pari almeno a 4.

VINCITORI

I vincitori di questa challenge

BCI USER CONTEXT MACHINE TUNER

realizzato dalla PMI Innovativa Brainy Solutions Enterprise composta dal:
Dott. Roberto Isabella, Dott.ssa Angela Meloni, Dott. Pier Luigi Marconi e Dott. Stefano Tiburzi.

Scenario

Lo studio del sistema BCI (Brain Computer Interface) o altresì detto BMI (Brain Machine Interface) ha iniziato a svilupparsi a partire dagli anni 90 del XX secolo quando è emersa una nuova capacità attraverso la quale il cervello umano potesse comunicare direttamente con l’ambiente ed è stata rivalutata, nettamente, l’importanza dell’elettroencefalogramma (EEG) come principale interfaccia non invasiva. In quel periodo alcuni enti di ricerca americani, di fronte ad un aumento vertiginoso di malattie neurodegenerative, hanno iniziato ad investire nello sviluppo di sistemi elettroencefalografici con il principale obiettivo di garantire a persone con gravi disabilità un miglioramento nella autonomia comunicativa. Nacque così la BCI, un innovativo sistema comunicativo indipendente dalle normali vie di risposta dei nervi periferici e dei muscoli senza quindi alcun coinvolgimento di processi motori.

L’EEG (elettroencefalogramma), la fNIRS (functional Mear InfraRed Spectroscopy -spettroscopia funzionale nel range dell’infrarosso) e la fMRI (Functional Magnetic Resonance Imaging - risonanza magnetica funzionale) sono esempi di metodiche di rilevamento non invasive necessarie per processare le varie attività cerebrali. 

Benché nel contesto dell’ingegneria biomedica e della neuroingegneria il ruolo svolto dalle BCI sia soprattutto nella direzione di sistemi di supporto funzionale ed ausilio per persone con disabilità, l’evoluzione delle tecniche basate anche sull’Intelligenza Artificiale, che garantiscono una migliore classificazione dei dati e interazioni più rapide ed efficaci, ha portato a capacità di controllo neurale sempre maggiori ed alla nascita di diversi rami applicativi nell’ambito del BCI.

DOCUMENTI

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